Taglio del cuneo fiscale. La scelta è di “spalmarlo” su cinque mesi, da maggio a novembre. Il governo punta in modo deciso sulla misura-bandiera del Decreto Legge esaminato dal Consiglio dei Ministri.
Nel provvedimento è stata formalizzata la mossa già annunciata dal Ministro dell’Economia Giorgetti: la soglia di detassazione per i fringe benefit, che i datori di lavoro possono assegnare ai propri dipendenti, sale da 258 a 3 mila euro per chi ha figli a carico, indipendentemente dal livello di reddito.
Retribuzioni
Quelle fino a 25 mila euro l’anno godono attualmente di un esonero contributivo di tre punti. Il versamento finalizzato alla pensione e trattenuto al lavoratore è calcolato con un’aliquota del 6,19% invece che del 9,19. Per chi prende tra 25 mila e 35 mila lo sconto è di due punti. Mentre non c’è nessun beneficio al di sopra di questa soglia.
Per le retribuzioni erogate tra luglio e novembre, vengono tolti altri quattro punti per entrambe le platee. I redditi fino a 25 mila euro l’anno arrivano a sette punti di riduzione, quelli relativamente più alti a sei.
Si specifica che non ci saranno effetti sulla tredicesima mensilità.
Come nel caso degli esoneri già in vigore, i minori contributi garantiranno la stessa pensione perché lo Stato si impegna a compensare la differenza. La mossa contenuta nel provvedimento in arrivo ha per il bilancio pubblico un costo teorico di 4,4 miliardi, che però scendono di fatto a poco meno di 3,2 perché l’incremento delle retribuzioni lorde porterà allo Stato consistenti maggiori imposte.
La decisione di limitare lo sgravio solo ad alcuni dei mesi disponibili rende ancora più difficile prevedere cosa succederà nel 2024. A dicembre si dovrebbe tornare all’esonero di 2-3 punti. Da gennaio andrà rifinanziata la misura già in vigore, che su base annuale vale un po’ meno di 5 miliardi.
Fringe benefits
L’innalzamento della soglia di detassazione dei fringe benefits ha un costo molto più contenuto, anche se non trascurabile: circa 150 milioni. Naturalmente toccherà alle imprese decidere se venire effettivamente incontro ai propri dipendenti consentendo loro di sfruttare il vantaggio fiscale. Le erogazioni possibili, che sfuggiranno alla tassazione fino al limite di 3 mila euro, possono riguardare prestazioni sanitarie, sportive o altri compensi indiretti. La soglia è la stessa che era stata prevista per il 2022 e come già accaduto allora vengono esplicitamente inseriti tra i possibili pagamenti a beneficio del lavoratore quelli relativi a utenze di acqua, gas o elettricità.
La differenza stavolta è proprio nella coloritura “pro famiglia” della nuova misura. Si parla di lavoratori dipendenti con figli a carico senza distinzioni di reddito, quindi il potenziale beneficio è riservato a tutti. La definizione di “a carico”, in assenza di altre specificazioni, dovrebbe essere quella applicata ai fini Irpef: dunque i ragazzi non dovranno avere un reddito superiore a 4 mila euro l’anno se hanno fino a 24 anni, mentre non dovranno superare i 2.841 se sono già oltre questa soglia di età.