Perequazione automatica: aumento periodico dell’assegno collegato all’inflazione.
Questo è quanto prevede il nostro sistema pensionistico, per garantire ai pensionati un tenore di vita adeguate all’aumento dei costi .
Con la manovra del 2023 è prevista l’introduzione, per il biennio 2023 – 2024, di sei fasce di rivalutazione a seconda dell’importo del trattamento pensionistico. Anche il ripristinato il meccanismo della rivalutazione sull’importo complessivo del trattamento e non più a scaglioni, un sistema più penalizzante per le pensioni più elevate.
COME FUNZIONA.
La perequazione è applicata una volta sola nell’anno e prevede la fissazione del “tasso” sulla base del quale rivalutare le pensioni. Il tasso viene ufficializzato con un decreto interministeriale. Il valore, calcolato sull’anno precedente a quello della rivalutazione, è stato fissato per il 2023 nella misura del 7,3%.
Considerato che il trattamento minimo INPS per il 2022 è stato fissato a 525,38 euro, tale importo andrà rivalutato con un aumento di 38,35 euro mensili, passando a 563,73 euro.
Con la perequazione automatica le pensioni aumentano con incrementi differenziati a seconda dell’entità della pensione
Nuovo meccanismo.
Con la Legge di bilancio 2023 è stato stabilito un nuovo meccanismo per il biennio 2023 – 2024:
- Per i trattamenti pensionistici complessivamente pari o inferiori a quattro volte il trattamento minimo INPS (2.101,52 euro), le pensioni saranno rivalutate nella misura del 100 per cento (pieno 7,3%).
Per i trattamenti pensionistici complessivamente superiori a quattro volte il trattamento minimo INPS (2.101,52 euro):
- le pensioni saranno adeguate nella misura dell’85 per cento per i trattamenti pensionistici complessivamente pari o inferiori a cinque volte il trattamento minimo INPS;
- per le pensioni di importo superiore a cinque volte il predetto trattamento minimo la rivalutazione sarà del 53 per cento per i trattamenti pensionistici complessivamente superiori a cinque volte il trattamento minimo INPS e pari o inferiori a sei volte il trattamento minimo INPS;
- per le pensioni di importo superiore a sei volte il trattamento minimo la rivalutazione sarà nella misura del 47 per cento per i trattamenti pensionistici complessivamente superiori a sei volte il trattamento minimo INPS e pari o inferiori a otto volte il trattamento minimo INPS;
- per i trattamenti pensionistici di importo superiore a otto volte il trattamento minimo la rivalutazione sarà pari al 37 per cento per i trattamenti pensionistici complessivamente superiori a otto volte il trattamento minimo INPS e pari o inferiori a dieci volte il trattamento minimo INPS;
- per le pensioni di importo superiore a dieci volte il predetto trattamento minimo, l’incremento avverrà nella misura del 32 per cento per i trattamenti pensionistici complessivamente superiori a dieci volte il trattamento minimo INPS.
Le nuove fasce sono più restrittive con chi riceve assegni superiori a quattro volte il minimo.
Al contrario, chi riceve una pensione non superiore al trattamento minimo (cioè 525,38 euro) riceve una rivalutazione straordinaria dell’1,5% che porterà l’assegno minimo a circa 572 euro al mese (in totale recupererà un’inflazione dell’8,8%).
LE STIME DI SPESA.
Attualmente la spesa pensionistica si aggira intorno la cifra di 300 mld l’anno.
Le stime della relazione tecnica alla Legge di Bilancio prevedono un consistente risparmio in termini di spesa pensionistica. Questi ammonterebbero, al netto degli effetti fiscali, a circa 2,1 miliardi nel 2023 e 4,1 miliardi di euro nel 2024 e 3,9 miliardi nel 2025. Complessivamente i risparmi ammonterebbero a 18 mld nel quinquennio 2023/27 e a 36mld nel decennio 2023/2032.
PENSIONI MINIME: INCREMENTO TRANSITORIO.
Ulteriore intervento è quello che riguarda l’incremento transitorio delle pensioni minime.
È previsto, in via eccezionale dal 1° gennaio, un incremento di 1,5 punti percentuali per l’anno 2023. Per i soggetti di età pari o superiore a settantacinque anni, elevati a 6,4 punti percentuali. Ed infine, 2,7 punti percentuali per l’anno 2024, delle pensioni di importo pari o inferiore al trattamento minimo INPS.
L’incremento si traduce in un aumento delle pensioni minime da 600 € per i pensionati over 75. Mentre, per i pensionati under 75 da 525,38 € a 571,6 €.