Con Quota 41 anni i lavoratori andrebbero in pensione anticipata con 41 anni di contributi a prescindere dall’età.
Tuttavia, in tale scenario si dovrebbe accettare il ricalcolo del trattamento con il metodo contributivo integrale che potrebbe ridurre l’assegno fino al 15 per cento.
Come riporta La Stampa, la riforma Quota 41 così come pensata dalla Lega, costerebbe infatti 4 miliardi nel 2025 e 9 miliardi a regime.
Motivo che spinge a pensare a delle modifiche a tale impianto. Il Governo punta ad un sistema integralmente contributivo, l’unico che potrebbe essere finanziato.
Un sistema in cui l’importo della pensione è determinato in base alla quantità di contributi versati, invece che agli ultimi stipendi percepiti come avviene con il sistema retributivo. Con l’impianto contributivo, l’assegno di pensione sarebbe decisamente inferiore.
L’unica soluzione per scegliere Quota 41 sarebbe quella di accettare una pensione inferiore alle aspettative, circa il 15 % in meno.
Da ricordare che esiste già la pensione Quota 41, ma solo per specifiche categorie di lavoratori precoci, coloro che a 19 anni avevano già accumulato 12 mesi di contributi.
L’idea del Governo è che il sistema possa essere esteso a tutti i lavoratori.