Il primo limite, più alto, 8mila euro, sarà a favore dei contribuenti con “reddito di riferimento” fino a 50mila euro; il secondo, 6mila euro, per i contribuenti con reddito di riferimento oltre 50mila e fino a 100mila euro; terzo e ultimo limite, 4mila euro, per i contribuenti con reddito di riferimento oltre 100mila euro.
I limiti sono fissi e immodificabili. A ciascun contribuente se ne applicherà uno soltanto dei tre: quello individuato dal suo “reddito di riferimento” (cioè il reddito complessivo “corretto” dal quoziente familiare).
Per esempio, il contribuente con reddito di 55.000 euro, coniuge con reddito di 22.000 euro e un figlio senza redditi, ha un reddito complessivo di 77.000 e un reddito di riferimento di 30.800 euro, per cui applicherà il limite più alto di detrazioni: 8mila euro.
Una tabella indica i vari limiti di “reddito complessivo” (quello che si legge sulla CU, sul 730 o su Redditi), in base alle diverse composizioni del nucleo, ricavati (inversamente) a partire dai “redditi di riferimento”.
La tabella facilita l’individuazione del proprio “limite alle detrazioni”. La griglia dei valori va da un minimo di 50mila euro (contribuente singolo) a un massimo di 400mila euro (famiglia con entrambi i coniugi e almeno tre familiari).