Con la L. 213/2023 (legge di bilancio 2024), il legislatore ha riconosciuto alle lavoratrici caregiver il diritto a “Opzione donna”, la misura sperimentale che consente alle lavoratrici di ottenere un trattamento pensionistico con requisiti notevolmente ridotti rispetto a quelli previsti per la pensione anticipata ordinaria.
Tuttavia, in maniera più restrittiva, ha portato da 60 a 61 anni la soglia d’età per potervi accedere.
In particolare, per effetto delle previsioni della citata legge, i requisiti per ottenere l’Opzione donna risultano ora i seguenti:
- compimento, entro il 31 dicembre 2023, di 61 anni di età ridotti a 59 anni, con 2 o più figli, ed a 60 anni di età con un unico figlio;
- raggiungimento di 35 anni di contributi entro il 31 dicembre 2023;
- attesa di un periodo – finestra, a partire dalla data di maturazione dell’ultimo requisito e sino alla decorrenza della pensione, pari a 12 mesi per le lavoratrici dipendenti, 18 mesi per le autonome.
Quanto alle condizioni soggettive, occorre rientrare in uno dei seguenti profili di tutela:
- assistere – al momento della richiesta di prepensionamento e da almeno sei mesi – il coniuge o un parente di primo grado convivente con handicap in situazione di gravità accertata (ai sensi dell’art. 3 della legge 104), ovvero un parente o un affine di secondo grado convivente, qualora i genitori o il coniuge della persona affetta da disabilità in situazione di gravità abbiano compiuto i 70 anni d’età oppure siano anch’essi affetti da patologie invalidanti o siano deceduti o mancanti;
- soffrire una riduzione della capacità lavorativa, accertata dalle competenti commissioni per il riconoscimento dell’invalidità civile, superiore o uguale al 74%;
- essere lavoratrice licenziata o dipendente da imprese per le quali è attivo un tavolo di confronto per la gestione della crisi aziendale presso la struttura per la crisi d’impresa istituita presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (art. 1, comma 852, L. 296/2006).
In riferimento a quest’ultima categoria, cioè le lavoratrici licenziate o dipendenti da imprese in crisi, si potrà accedere con 59 anni e 35 anni di contributi entro il 31 dicembre 2023, a prescindere dal numero di figli.