Il decreto Ristori, come il nome stesso suggerisce, è intervenuto a ristoro delle attività economiche interessate direttamente o indirettamente dalle restrizioni disposte a tutela della salute, in seguito all’emanazione del DPCM del 24 ottobre 2020.
I destinatari degli aiuti economici sono prestabiliti, ed individuati per codice Ateco. Eppure, il Governo non è riuscito a pensare a tutti, sono tante,infatti, le, categorie escluse dagli stessi ovvero:
-servizi mensa aziendale e scolastico,
-centri culturali e ricreativi,
-aziende per la distribuzione automatica di cibo e bevande,
-imprese che organizzano eventi, congressi e matrimoni,comprese le dimore storiche,
-lavanderie industriali,
-scuole di danza,
– gli autonomi come avvocati, commercialisti, consulenti del lavoro, agenti di commercio
forti cali di fatturato delle
-colf,
-autobus turistici,
-fieristi (specie le attività ambulanti legate al settore alimentare),
Infine, sono state escluse anche le categorie più deboli, ovvero quelle figure professionali del settore della ristorazione, dello spettacolo, del teatro e nelle palestre che hanno contratti di collaborazione sotto i 5.000 euro.
La considerazione da fare al riguardo è che l’emergenza sanitaria ha condizionato negativamente l’intero sistema produttivo, nessun settore e/o comparto escluso, e che anche questo Decreto si dimostra insufficiente, al pari dei precedenti, anche solo ad attenuare il dramma che vive oggi l’economia italiana.
La platea dei destinatari va estesa, è necessario fornire un sostegno a tutte le categorie produttive, nessuna esclusa, in quanto tutte hanno subito una forte diminuzione del loro volume d’affari, come conseguenza delle restrizioni imposte nell’anno in corso a causa dell’epidemia da Covid-19.
E’ auspicabile, come sottolineato dai sindacati, l’introduzione, all’interno della tabella allegata al Decreto Ristori, anche dei Codici Ateco relativi ai settori esclusi, già ribattezzati come “dimenticati”,al fine di evitare un’ingiusta discriminazione.
Intanto dal Governo fanno sapere che saranno apportate le opportune modifiche al testo del decreto prima della conversione in legge.